Nota: La vitiligine si cura con il protocollo controfasico, richiedi un appuntamento sul nuovo sito dell'Istituto Dermacademy
La vitiligine è una comune malattia della pelle, non infettiva e non contagiosa, caratterizzata dalla presenza di macchie bianche (acromiche) che possono comparire su qualunque parte della superficie cutanea.
Secondo recenti statistiche, la vitiligine, colpisce dall'1 al 2% della popolazione mondiale senza significative differenze di sesso o etnia.
Contrariamente a quanto si sente normalmente affermare, la vitiligine, è una malattia conosciuta sin dall'antichità, essa è infatti citata nei sacri testi indiani vecchi di oltre 2000 anni. Anche la storia romana si riferisce probabilmente alla vitiligine quando parla diLucio Cornelio Silla, Patrizio condottiero romano del secondo secolo a.C., descrivendo il suo volto come una "mora aspersa di farina".
La vitiligine è motivo di disagio sociale e psicologico per chiunque ne soffra, è frequente infatti la diagnosi di depressione in chi ne soffre. Molte sono le ostracizzazioni sociali a cui deve andare incontro il malato di vitiligine nelle culture più povere.In India ad esempio, non è difficile scambiare le chiazze di vitiligine con quelle che si formano in alcuni i sottotipi di lebbra, con le conseguenze sociali che questo comporta.
La vitiligine insorge a tutte le età, è più frequente vederne nella comparsa ad un'età compresa fra i 10 e i 15 anni, spesso i pazienti associano l'insorgenza di questa malattia ad un trauma psicologico, tuttavia questa correlazione è evidente solo nel 10% dei casi circa.
La frequenza di altri individui affetti da vitiligine in famiglia è del 30%, leggermente più frequenti quelli del ramo materno. Non è ancora chiaro se la vitiligine abbia o meno un andamento stagionale, spesso infatti pazienti riferiscono insorgenza o peggioramento della vitiligine durante la stagione primaverile.
Pur esistendo delle evidenze cliniche a questo riguardo, è tuttavia difficile comprendere questo fenomeno perché si mescola con la soggettività del paziente che, nella stagione primaverile estiva, né in nota una aumentata visibilità per colpa dell'abbronzatura delle parti sane di cute.
La vitiligine non comporta altre alterazioni della salute o del fisico ed è dunque del tutto ininfluente sulla salute fisica del paziente.
L'andamento clinico della vitiligine, non curata, è assai imprevedibile, tuttavia la gran parte dei casi alternano fasi di stabilità a fasi di peggioramento intercalati da piccole fasi di miglioramento solitamente estive. Le zone più colpite sono sicuramente il volto, le estremità ed i genitali anche se ripetiamo che tutte le zone corporee possono esserne affette.
Da una nostra recente statistica si apprende che insieme la vitiligine si formano, in oltre il 20% dei casi, dei nei con alone bianco che sono chiamati "Halo nevi si Sutton" da colui che per primo mi osservò, e che inoltre il 50% dei casi si assiste alla formazione di ciuffi di capelli o di peli bianchi.
A sostegno della innocuità della malattia sotto un profilo fisico vi è il fatto che la vitiligine ha colpito molte persone famose, per citarne solo alcuni: Michael Jackson, Francesco Cossiga, Mara Maionchi, Andy Warhol ect.
La colorazione della pelle dipende in buona parte dalla presenza di una sostanza bruna chiamata melanina (in realtà si dovrebbe dire le melanine, perché ve ne sono due diverse), che è prodotta da una cellula della pelle chiamata melanocita.
I melanocita è la cellula bersaglio nella vitiligine, infatti essa risulta scomparire durante la formazione delle chiazze, mancando dunque il produttore della melanina viene meno questo pigmento e la zona di cute assume il suo colorito base cioè il bianco.
Esistono molte ipotesi sulla scomparsa dei melanociti nella vitiligine, ma quella che ha maggiori prove scientifiche è la teoria autoimmune.
L'autoimmunità è un processo patologico in cui il proprio sistema immunitario colpisce e danneggia un nostro organo, le malattie autoimmuni sono moltissime e assai frequenti nella popolazione, la vitiligine è senza dubbio una di queste.
Dunque nella vitiligine il sistema immunitario colpisce e distrugge i melanociti in un errore che potremmo definire un "eccesso di difesa".
I melanociti non sono eterni ma come tutte le cellule, nascono crescono e muoiono in un ciclo di ricambio è molto lento e parte da delle distinte aree della cute dette "nicchie staminali", dei punti cioè dove vi sono le cellule progenitrici dei melanociti e cioè i melanociti staminali. Queste nell'epidermide sono prevalentemente localizzabili nei bulbi piliferi, sia dei peli e dei capelli ma anche di quella finissima peluria che ci ricopre integralmente la cute ad eccezione del palmo delle mani e delle piante dei piedi.
Da recenti ricerche sembra che il bersaglio dell'attacco autoimmunitario siano proprio i melanociti staminali, che di conseguenza non riescono più a formare i melanociti adulti.
Le chiazze si formerebbero dunque per un mancato ricambio dei melanociti al livello dell'epidermide e non tanto per una distruzione dei melanociti adulti.
Da questa teoria, ormai piuttosto confermata, ne deriva l'aspetto clinico delle varie fasi della vitiligine che noi utilizziamo per valutare la corretta terapia.
In una fase di iniziale peggioramento infatti è frequente osservare due possibili quadri morfologici la depigmentazione puntiforme e la decolorazione del bordo.
Nella depigmentazione non puntiforme si osserva la formazione di piccoli puntini bianchi solitamente dintorno a un pelo che nel tempo, se non trattato, si allarga centrifugamente si unisce ad altri vicini formando così una nuova chiazza o allargando una preesistente.
Nella decolorazione del bordo invece si nota che al bordo della chiazza si forma una colorazione intermedia fra quella della cute sana e quella della vitiligine, se osservato nel tempo questo bordo diventerà del tutto acromico come il resto della chiazza. Quando la vitiligine stabile, il suo bordo, è ben netto e non vi sono né punti bianchi nei bordi decorati.
Il miglioramento della vitiligine, sia spontaneo che indotto da terapia, si manifesta attraverso la formazione di punti scuri all'interno della chiazza anche in questo caso dintorno a un pelo.
Oggi la vitiligine è una malattia curabile nella stragrande maggioranza dei casi, con il giusto trattamento.
COSA E' IL PROTOCOLLO CONTROFASICO?
Il protocollo controfasico è il preciso insieme di modalità per l’esecuzione della visita dermatologica e di corrette terapie, che conducono al miglior risultato possibile nella cura della vitiligine. Questo tipo di modalità di cura si basa su un'attenta valutazione del comportamento clinico delle chiazze di vitiligine, osservabile grazie alla fotografia in alta definizione con illuminazione ultravioletta (detta luce di Wood). Solo attraverso questa tipologia di visita è possibile osservare i cambiamenti microscopici, invisibili ad occhio nudo, indicanti lo stato di peggioramento, miglioramento o stabilità della vitiligine in quel punto in quell’esatto momento.
IN BASE A COSA VIENE VALUTATO?
La comparazione dell'attività della vitiligine nelle varie aree corporee produce un indice matematico denominato Vitiligo Activity Index, il quale fornisce l'esatta valutazione dell'andamento clinico della vitiligine in quel paziente in quel momento. Avere una idea esatta dell’andamento clinico della vitiligine in un dato momento è fondamentale per comprendere la terapia corretta della vitiligine in quella persona, in quel momento.
Vediamo quanto è importante e centrale, nella terapia della vitiligine, comprendere l’esatto andamento clinico in un dato momento.
Come tutti sanno, per la terapia della vitiligine, non esiste un farmaco efficace per chiunque inoltre alcune terapie efficaci inizialmente esauriscono presto i loro benefici sino a ripiombare nei peggioramenti; come mai accade questo?
Per fare un esempio, tutti voi sapete che il sole fa bene per la vitiligine, ma trovate anche persone o addirittura colleghi che invece affermano che il sole fa molto male per la vitiligine, perché accade questo?
Per spiegare questo fenomeno devo addentrarmi in spiegazioni scientifiche che cercherò di semplificare per renderle comprensibili ai più. La vitiligine è una malattia autoimmune, ciò significa che, come per le altre 144 malattie autoimmuni riconosciute (https://www.aarda.org/diseaselist/), il sistema immunitario per errore attacca un nostro organo.
COSA SONO LE MALATTIE AUTOIMMUNI?
I sintomi delle malattie autoimmuni derivano dai danni che questo attacco produce su un determinato organo, per fare un esempio il diabete mellito è dovuto dall’attacco del sistema immunitario alle cellule beta del pancreas che producono l’insulina, dunque l’organismo non è più in grado di produrre l’ormone insulina che regola gli zuccheri nel sangue ed è necessario fornirlo da fuori per poter sopravvivere. Allo stesso modo la tiroidite di Hashimoto è dovuta alla degradazione della tiroide sotto l’attacco del sistema immunitario, è dunque anche in questo caso necessario provvedere dall’esterno nel fornire l’ormone tiroideo che non viene più sufficientemente prodotto dalla tiroide.
Nella vitiligine succede la stessa cosa in linea di massima, ma l’organo colpito sono i melanociti, le cellule che producono la melanina; la mancanza della melanina (il pigmento bruno della nostra cute) nella cute è il motivo del colore chiaro delle sue chiazze e della fluorescenza di queste se esposte alla luce ultravioletta di Wood.
L’attacco del sistema immunitario verso i melanociti (come verso qualsiasi altro organo nelle altre malattie autoimmuni) ad oggi non ha una spiegazione certa anche se esistono varie ipotesi. A complicare ulteriormente i fatti, l’attacco immunitario, sempre similmente alle altre malattie autoimmuni, non è costante e continuo ma ha un andamento a fasi che alternano, dunque a momenti di attacco immunitario si alternano fasi di stabilità, durante le quali si può assistere anche ad un miglioramento spontaneo.
IL SOLE FA BENE O FA MALE?
Da questi concetti possiamo riprendere il filo del discorso sulla validità o meno dell’esposizione solare nella terapia della vitiligine. Il sole possiede una innegabile e potente attività di stimolo della pigmentazione cutanea, e dunque della crescita dei melanociti, sembrerebbe perciò essere sempre un buon presidio nella vitiligine, ma questo non è vero.
Infatti, durante l’esposizione solare, tendiamo ad infiammare le chiazze per una eccessiva esposizione e questo comporta un “richiamo” del sistema immunitario in quelle chiazze, se in quel momento la vitiligine è in peggioramento lo farà ancora di più per un comune fenomeno dermatologico noto come fenomeno di koebner, aumentando il numero e la grandezza delle chiazze di vitiligine. Ecco dunque che il sole eserciterà una azione positiva quando la vitiligine è in fase di quiescenza o di miglioramento, sarà invece un pessimo agente terapeutico (come anche le altre fototerapie) se la vitiligine è in fase di attività o peggioramento.
Per questo e altri motivi è fondamentale, al fine di prescrivere la terapia corretta nella vitiligine, comprendere lo stato di attività della vitiligine attraverso il Vitiligo Activity Index.
PERCHE' "CONTROFASICO"?
Il protocollo controfasico prende il nome proprio dalla efficacia nell’andare a contrastare le fasi di peggioramento della vitiligine, quando la terapia deve essere basata prevalentemente sulla regolazione della attività immunitaria per interrompere l’attacco. Durante queste fasi è importante non utilizzare agenti ripigmentanti “aggressivi” come le fototerapie o agenti fotosensibilizzanti locali o sistemici (kellina, melagenina, bergamotto etc) per non indurre il succitato fenomeno di Koebner e vedere allargare le macchie.
La terapia basata sulla regolazione del sistema immunitario tuttavia non comporterà una veloce ricolorazione delle macchie, per questo motivo è fondamentale rivalutare l’attività della vitiligine dopo poco tempo dalla prescrizione della terapia attiva sul sistema immunitario, in modo da procedere con solerzia alla terapia ripigmentante non appena il vitiligo activity index ci mostrerà uno stato non più attivo del sistema immunitario nei confronti dei melanociti.
La terapia ripigmentante, se eseguita nella fase corretta della malattia, comporterà una ricolorazione della cute vasta e rapida.
Se siete arrivati sino qua a leggere, vi sarete resi conto che non esiste un unico agente terapeutico efficace nella vitiligine, ma che si possono ottenere facili e durature ripigmentazioni solamente con il corretto approccio terapeutico, il protocollo controfasico.
Chi vi scrive opera da oltre 18 anni nel campo della ricerca e della terapia della vitiligine, anni che mi hanno permesso di visitare e curare migliaia di pazienti, e di effettuare ricerche cliniche pubblicate sulle maggiori riviste scientifiche, sfociate nelle due più importanti e innovative scoperte nel campo della vitiligine degli ultimi anni: i segni morfologici clinici di peggioramento e miglioramento della vitiligine ed il Vitiligo Activity Index.
Il protocollo controfasico è la più alta espressione delle moderne conoscenze mediche sulla vitiligine ed è inequiparabile alle altre terapie poiché possiede come pernio centrale la certezza del dato clinico e come motore l’utilizzo dei migliori agenti terapeutici, nel campo sia della regolazione del sistema immunitario che della ripigmentazione melanocitaria.
Dai dati finora esposti sarà semplice comprendere che nella terapia o protocollo controfasico esistono 2 grossi capitoli terapeutici che vengono modulati in base all’andamento della vitiligine del singolo soggetto in quel momento. I due capitoli sono costituiti dalle terapie regolanti il sistema immunitario e dagli agenti promuoventi la pigmentazione (il colore) cutanea. Ambedue i capitoli di terapia devono essere ben regolati in ogni singolo soggetto e riformulati allo scadere di 2 o 4 mesi in base alla risposta terapeutica, ovviamente attraverso una visita di controllo che avrà il compito, sempre attraverso le fotografie in alta risoluzione e luce di Wood, di calcolare il nuovo valore del Vitilig Activity Index.
La estrema flessibilità della terapia controfasica permette di adattarla ai bambini più piccoli, così come agli adulti anche con altre patologie correlate.
Risultato dopo soli 7 mesi di terapia di una giovane donna, la ripigmentazione è di oltre il 90% della cute affetta da vitiligine |
Completa ripigmentazione di Vitiligine segmentale di giovane ragazzo dopo 4 mesi di terapia. |
le forme cliniche di vitiligine sono due: la vitiligine bilaterale e la vitiligine monolaterale (anche detta segmentale).
Nella vitiligine bilaterale anche detta volgare, le chiazze si formano più o meno simmetricamente su ambedue le metà corporee (sia quella destra che quella sinistra), le sedi più frequenti sono quelle citate prima e cioè il volto, gli arti e i genitali.
Questa forma di vitiligine è quella più frequente e costituisce oltre il 90% dei casi, da una nostra ricerca si evince che oltre il 50% dei pazienti hanno una superficie corporea affetta inferiore al 10%, mentre solo il 4% dei pazienti hanno una quantità di vitiligine che supera il 50% della superficie corporea. Quando si parla di vitiligine in generale si identifica la forma bilaterale, ma in base alla disposizione delle macchie vengono distinti dei sottotipi, ad esempio:
Questa forma di vitiligine costituisce il restante 10% circa dei casi, si caratterizza per la formazione di una o poche chiazze di vitiligine in una sola metà corporea (la destra o la sinistra).
La peculiarità di questa forma è anche dovuta al percorso che questa o queste chiazze sembrano descrivere, l'epiteto "segmentale" è infatti dovuto al fatto che queste chiazze sembrano colpire un solo segmento di pelle. Anche in questo caso, le chiazze di vitiligine, possono comparire in qualunque segmento corporeo ma più frequentemente al volto.
La vitiligine segmentale anche altre particolarità, in questi pazienti infatti la probabilità di avere un familiare affetto da vitiligine è assai minore, così come inferiori sono i casi di patologie autoimmuni associate. Sotto un profilo di andamento clinico, la vitiligine segmentale, è caratterizzata da una progressione molto lenta, anche la ripigmentazione è più lenta rispetto a quella bilaterale, ma assai più stabile.
È difficile infatti assistere a un peggioramento una volta che si induce un miglioramento clinico, e i casi di cui abbiamo indotto la decolorazione totale non sono mai ricaduti.
Vitiligine segmentale mandibolare |
vitiligine segmentale mascellare |
La forma mista non è una vera e propria forma di vitiligine, ma la formazione di chiazze di vitiligine bilaterale in corso di una vigile segmentale o viceversa. La forma mista di vitiligine è piuttosto infrequente, tuttavia non rarissima, sembra coinvolgere il 10% delle forme segmentali ed il 2% delle forme bilaterali.
In corso di vitiligine si possono presentare anche altre malattie di natura autoimmune, le più frequenti sono:
La più frequente di tutte è la tiroidite Hashimoto, soprattutto nelle donne di età superiore a 40 anni. La tiroidite di Hashimoto è una malattia autoimmune caratterizzata dall'attacco del sistema immunitario verso le cellule della tiroide. Inizialmente questo attacco non causa diminuzione della funzione della ghiandola tiroidea, che tuttavia deve essere monitorato attraverso degli esami del sangue specifici e l'ecografia tiroidea.
Un buon sistema per eseguire una diagnosi è quello di eseguire esami del sangue tesi a scoprire la presenza di anticorpi rivolti verso componenti della tiroide, ed in particolare la tireoglobulina e la tiroeperossidasi.
Nel caso in cui si trovassero gli autoanticorpi citati positivi, la diagnosi di tiroidite di Hashimoto è fatta, è opportuno completare la diagnosi con un'ecografia tiroidea che solitamente riscontra un quadro ecografico disomogeneo.
Dalla positività degli anticorpi alla vera e propria malattia, possono passare anche molti anni, e data la difficoltà con la quale si individuano i primi segni clinici di tiroidite di Hashimoto è opportuno eseguire annualmente gli esami del sangue per rilevare i livelli di ormoni tiroidei, in particolare: TSH, FT3 e FT4.
La cute dei bambini è sempre molto chiara è per questo piuttosto difficile accorgersi delle prime chiazze di vitiligine, inoltre esistono varie malattie che possono indurre delle chiazze che rendono più difficile la diagnosi precoce. Le terapie della vitiligine nei bambini vengono appositamente studiate per loro, dal momento che terapie normalmente prescritte negli adulti possono non essere adatte a un organismo in accrescimento.
Il bambino affetto da vitiligine, soprattutto se in età scolare, deve essere osservato ed eventualmente aiutato in quanto la presenza delle macchie può indurre un cattivo rapporto con gli altri bambini e con gli adulti che non conoscono la vitiligine.
La diagnosi di vitiligine nei bambini è estremamente importante poiché il trattamento precoce della vitiligine può indurre una decolorazione totale che altrimenti si verificherebbe con estrema difficoltà.
Fra le malattie che possono essere confuse con la vitiligine, le più frequenti sono:
Nei disturbi acromici vitiligine e piebaldismo sono caratterizzati dall’assenza di melanociti epidermici.A differenza della vitiligine, il piebaldismo è presente alla nascita e rimane stabile per il resto della vita. Di solito la cute intorno alla chiazza è normalmente pigmentata possono esserci delle isole di colore all'interno della macchia depigmentata. Le lesioni sono classicamente distribuite su metà fronte, il tronco anteriore e metà degli arti, e non sono quasi mai vicino alla linea mediana.
Nei pazienti che presentano piebaldismo è importante ricercare le caratteristiche della S. di Waardenburg (WS) quali: eterocromia delle iridi, e ampia radice del naso.
Nella WS di tipo 1 è presente anche il distopia del canto interno (vedi figura). Nella WS 2 sonopresenti anche difetti sensoriali.
Nella WS3 oltre alle caratteristiche della WS1 vi sono difetti degli arti. La WS4, inoltre ai difetti della WS1 ha anche la malattia di Hirschsprung. In un bambino che presenta caratteristiche di Piebaldismo è importante valutare questecaratteristiche. Quando alla WS2 èanche associata la mutazione del geneper il fattore di trascrizione associatoalla microftalmia, si parla di Sindrome Tietz che si associa a perdita variabile dell’udito.
Il Nevo Anemico è dovuto ad una anomalia vascolare localizzata nella quale i vasi hanno una risposta ipersensibile alle catecolamine, può essere distinto dalle anomalie della pigmentazione in alcuni modi:
Le cause più comuni, in caso di chiazza singola, sono il Nevo Depigmentoso e Sclerosi Tuberosa
La diagnosi di Sclerosi Tuberosa è più semplice quando sono presenti più di una chiazza (solo il 10% dei pazienti ha unasingola lesione cutanea ipocromica).Quando le macchie sono «tipiche» sipresentano arrotondate ad una estremità eappuntite al capo opposto.
Solitamente le chiazze ipocromiche sonola prima manifestazione di Sclerosi Tuberosa, mentre gliangiofibromi e le altre caratteristichecutanee appaiono dopo il 5° anni di vita.
Nevo Depigmentoso e Sclerosi Tuberosa hanno istologicamente un minor contenuto di melanina epidermica, ma per cause differenti.
Ipomelanosi di Ito è un termine descrittivo di ipopigmentazioni solitamente striate che si presentano durante l'infanzia. Non è una diagnosi specifica e può verificarsi come conseguenza di diversi tipi di anomalie cromosomiche che perturbano vari geni rilevanti per la pigmentazione cutanea. Sebbene le configurazioni caratteristiche sono spirale e lineare, le lesioni possono essere anche irregolare. D'altro canto, vi è una variante di Nevo Depigmentoso che consiste in ipopigmentazione segmentale o lineare e che può sovrapporsi clinicamente con la Ipomelanosi di Ito.
Alcuni ricercatori hanno utilizzato il termine "ipopigmentazione nevoide lineare" per comprendere entrambe le condizioni. Dopo la diagnosi di ipomelanosi di Ito, è essenziale escludere anomalie sistemiche associate, che si verificano in circa un terzo dei bambini, che colpiscono il sistema nervoso centrale e muscolo-scheletrico sistemi e particolarmente il cuore. Le lesioni nella ipomelanosi di Ito tendono a seguire le linee di Blaschko.
Una causa comune di chiazze ipopigmentate post infiammatorie nel bambino oltre i 2 anni è la Pitiriasi Alba (tipica del volto ma anche in altre superfici, vedi foto in luce di Wood di una chiazza).
Altre forme post infiammatorie possono essere dovute ad altri eczemi anche in associazione con la dermatite atopica, alla pitiriasi lichenoidecronica, al lichen striatus o ad effetto avversodi corticosteroidi topici.
Quando un bambino si presenta con numerose macule ipopigmentate di 3-6 mm la Pitiriasi Lichenoide Cronica deve essere presa in considerazione.Nel Lichen Striatus, le chiazze ipopigmentate, seguono tipicamente le linee di Blaschko, anche se dovrebbero anche essere presenti piccole papule piatte per avvalorare l’ipotesi diagnostica da un punto di vista clinico. Fra le forme post infettive di ipopigmentazione cutanea, quella a seguito della varicella è fra le più comuni.
Quando alle chiazze ipocromiche si associano anche aree con atrofia epidermica devono essere considerate nella diagnosi disturbi come: Lichen Scleroso (molto pruriginoso e solitamente a localizzazione genitale), morfea (variante con discromatosi “sale e pepe” ), e la variante ipopigmentata della Micosi Fungoide (la micosi fungoide è rara in verità nel bambino, dove però si presenta spesso con la variante ipopigmentata).
Bambina affetta da vitiligine - guarita dopo la cura | Altra bambina guarita da vitiligine |
Abbiamo detto che la vitiligine insorge fra i 10 ed i 15 anni di età, tuttavia è di sempre maggior riscontro una vitiligine all'insorgenza "tardiva", insorge cioè oltre i 40 anni. Queste forme sono normalmente bilaterali e colpiscono frequentemente il volto, le estremità e di genitali. Spesso nell'adulto, la vitiligine, colpisce delle aree del volto che sono spesso risparmiate nelle forme tipiche.
Aree classiche nella vitiligine dell'adulti sono ad esempio le guance e la fronte, e molto raramente sono colpite nelle forme infantili.
Questo tipo di vitiligine ricolora solitamente bene e rapidamente grazie alle terapie, tendendo però a ripresentarsi ad un anno di distanza, ragione per la quale chiediamo a tutti pazienti completamente ripigmentati estrema attenzione o una visita di controllo annuale.
La crema alla piperina è una nostra invenzione e di innovazione nel campo della terapia della vitiligine. Abbiamo iniziato a testarla nel 2007 con ottimi risultati, che abbiamo pubblicato al Congresso europeo di dermatologia tenutosi in svezia nell'ottobre del 2010.
Il nostro interesse è nato a seguito dei lavori scientifici del King's College di Londra (vedi a fine articolo), sui quali abbiamo lavorato per formulare una crema/gel grazie all'aiuto di un chimico industriale. Abbiamo compreso che la piperina è in grado di aumentare la riproduzione dei melanociti e la produzione di melanina ma non contrasta il peggioramento della vitiligine che è di natura autoimmunitaria.
Di conseguenza la crema alla piperina viene da noi prescritta solo nei casi di vitiligine stabile o in miglioramento come utile presidio alla ripigmentazione delle aree affette da vitiligine. In questo momento il GISV ha firmato un modulo di secrecy con una nota ditta farmaceutica italiana per la produzione industriale di questa crema e pertanto siamo vincolati alla segretezza formulativa. La crema alla piperina non è il rimedio alla vitiligine ma un utilissimo presidio per alcune delle sue fasi. L'effetto dell'estratto di pepe nero, è quello di incrementare la velocità di ricolorazione del 30/40%, ma è del tutto inutile durante la fase di attività della malattia, cioè durante il peggioramento. La crema che viene da noi formulata non è solo a base di piperina, ma anche di altri ritrovati quali l'olio di iperico e la melatonina che aiutano la piperina a svolgere la sua attività.
Data l'importanza della scoperta dell'efficacia del prodotto, alcune ditte hanno deciso di sfruttare l'onda di notorietà della piperina in crema per creare prodotti di integrazione alimentare al pepe nero, facendo passare l'idea che questo possa aiutare nella vitiligine, purtroppo non ci risulta assolutamente.
Sono nati anche prodotti topici, o meglio creme, a base di piperina, che sono tuttavia totalmente inefficaci per quanto abbiamo potuto provare. Ad oggi la crema alla piperina è prodotta da una sola farmacia in italia sia perchè la tecnica per produrla non è affatto semplice, sia perchè non desideriamo creare false speranze in pazienti in peggioramento che necessitano di approccio medico specialistico che la il semplice utilizzo della piperina non può vicariare.
Esorto ancora chiunque legga questo articolo a comprendere che per ricolorare la vitiligine è necessario un approccio dermatologico specialistico molto competente mentre il fai da te così come il singolo prodotto o la singola terapia sono solitamente causa di fallimenti terapeutici e disagi economici.
Per i colleghi dermatologi che desiderano avere la piperina come prova o seguire i nostri prossimi corsi di terapia della vitiligine consigliamo di iscriversi su INderma, il primo professional network gratuito dedicato alla dermatologia e alla medicina estetica.
Anche se l'etiologia e la patogenesi (causa e estrinsecazione ndr.) della vitiligine non sono ancora del tutto conosciute, è chiaro che la malattia si presenti attraverso meccanismi autoimmunitari in soggetti geneticamente predisposti in maniera del tutto imprevedibile. Esistono tuttavia casi di vitiligine indotta da farmaci (o facilitata, chi può mai dire se in questi soggetti la vitiligine si sarebbe presentata comunque in un secondo momento anche senza l'assunzione di questi farmaci?).
Anche i meccanismi attraverso i quali certi farmaci o medicazioni inducono vitiligine sono non del tutto chiari, tuttavia è certo che alcuni farmaci inducono vitiligine.
Tutti i farmaci ad oggi conosciuti, quà mostrati, sono "importanti" e la loro assunzione non può avvenire per caso ma solo per curare malattie piuttosto serie.
Per quanto riguarda il cibo poi, se consideriamo che la vitiligne è uniformemente distribuita su tutto il globo, risulta chiaro che avremmo già dedotto cose importanti da variazioni della sua incidenze in base alle abitudini alimentari delle popolazioni meno colpite, tuttavia questo non ci risulta.
Non ci risultano incidenze della vitiligine inferiori in alcune popolazioni piuttosto che in altre, dunque risulta difficile che l'alimentazione possa giocare un ruolo davvero importante.
Bibliografia